La strada panoramica di Capo Noli e la leggenda del Leone

Oggi vi parliamo della strada panoramica di Capo Noli. Il tratto di Aurelia che collega Noli e Varigotti è uno dei più belli della Liguria. Questa strada, scavata in una falesia a picco sul mare, è piena di scorci affascinanti ed è legata anche a una leggenda che vi racconteremo tra poco!

Inaugurata nel 1839, l’attuale Aurelia ( Strada Statale N°1), ha introdotto un nuovo collegamento verso i paesi costieri di Ponente. Prima dell’inaugurazione dell’Aurelia per raggiungere Finale Ligure era infatti necessario passare per l’altopiano delle Manie.

La ragione di una costruzione così tardiva di un collegamento costiero è legato principalmente a due motivi. Il primo sono le evidenti difficoltà costruttive per superare Capo Noli. Il secondo era la presenza per secoli del Marchesato di Finale al di là di Capo Noli: il fatto di non avere comode strade ostacolava, o comunque rallentava, la cavalleria nemica.

Nella foto di copertina potete vedere uno scorcio dall’alto di questo tratto di Aurelia, visibile da uno dei punti panoramici che si trovano lungo il Sentiero del Pellegrino.

La leggenda del Leone

Se ci si fa caso, percorrendo il tratto di Aurelia di Capo Noli si potrà scorgere una roccia che ricorda una leone. La leggenda narra che nel I secolo d.C Leone, un marinaio della Repubblica marinara di Noli, abbia voluto viaggiare in Africa per vedere più da vicino gli esemplari di cui lui stesso portava il nome.

capo noli e la leggende del leoneDopo anni di viaggio arrivò in Africa, precisamente in Marocco. Qui si spinse alla ricerca dei leoni e quando li vide gli piacquero talmente tanto che alla fine decise di portarsene uno via con sé.

Tornati a Noli il marinaio rinchiuse il Leone sulle alture delle Manie. In questo modo poteva chiamare amici e parenti per far ammirare questo fantastico esemplare.

Il leone però non smetteva mai di ruggire per mancanza della sua compagna da cui era stato separato, che lo chiamava dalle spiagge del Marocco. Una notte il leone riuscì a fuggire dalla sua gabbia spingendosi verso le rocce di Capo Noli, continuando però a ruggire verso il mare.

Qui un mago, infastidito dai continui lamenti del Leone e della sua amata, decise di trasformare l’animale in pietra. Rimase così, immortalato a picco sul mare a guardare verso la propria casa.

Si narra che ancora oggi, nelle giornate di vento di mareggiata, si possano sentire i ruggiti della leonessa in cerca del suo compagno, da cui non ha mai più ricevuto risposta.

 

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